Cibi sì e cibi no: come ascoltare il tuo corpo per scegliere cosa mangiare

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un piatto dove scegliere il cibo

Capita spesso di sentirsi confusi di fronte a pareri medici discordanti su cibi ritenuti salutari da alcuni e dannosi da altri. In un mondo in cui l’alimentazione è un tema complesso e spesso controverso, la vera bussola che può guidarci è la capacità di ascoltare il nostro corpo e riconoscere i suoi segnali. Un’abilità naturale che, nel tempo, abbiamo smarrito ma che possiamo recuperare.

Perché esistono pareri così diversi sugli stessi alimenti

Il caso del vino: un esempio emblematico

Alcuni specialisti sostengono che il vino, grazie al resveratrolo, protegga il cuore e riduca l’ossidazione del colesterolo LDL. Altri, come gli epatologi, lo sconsigliano anche in piccole dosi per i suoi effetti sul fegato.
A chi credere?
La risposta non è universale, perché ogni organismo reagisce in modo diverso.

L’uomo ha perso il suo istinto naturale sul cibo

Gli esseri umani sono gli unici animali che hanno bisogno del parere di altri per capire cosa mangiare. Questo accade perché, nel tempo, abbiamo perso la connessione con i segnali naturali del corpo: quei campanelli d’allarme che indicano cosa ci fa bene e cosa no.

Quando ignoriamo i segnali del nostro corpo

Reazioni come:

  • prurito

  • mal di testa

  • bruciore di stomaco

  • stanchezza improvvisa

  • afte

  • allergie o irritazioni

sono messaggi chiari: qualcosa non è adatto a noi.
Eppure, spesso, continuiamo a consumarlo per abitudine o per condizionamento culturale.

Come perdiamo i nostri campanelli d’allarme

Le abitudini imposte da piccoli

Nei primi 5–7 anni di vita perdiamo gran parte dell’istinto alimentare naturale.
Capita che un bambino manifesti reazioni ai cibi (rigurgito, pianto, rifiuto), ma venga comunque spinto a “farci l’abitudine”.
Così il corpo, pur di ridurre il disagio, si adatta… e smette di segnalare il problema.

Nel lungo periodo questo porta a:

  • perdita di sensibilità ai segnali

  • scelte alimentari incoerenti

  • patologie digestive o metaboliche

  • blocco della percezione di fame e sazietà

Come recuperare l’ascolto del corpo: l’autodisciplina

Un metodo semplice ma efficace è sospendere un alimento per almeno 30 giorni.
Questo permette all’organismo di ripulirsi e di risvegliare i segnali naturali.
Non si tratta di rinunce punitive, ma di un vero reset biologico che ti permette di capire quali cibi ti fanno stare bene… e quali no.

Il “setaccio del bambino”: un metodo potente per capire se un alimento è sano

Immagina che tuo figlio (o un ipotetico bambino di 5 anni) ti chieda di assaggiare ciò che stai mangiando.

Il test del vino

Se un bambino ti chiede di assaggiarlo, rispondi “no, ti fa male”.
Ma se fa male a un bambino…
da quando diventa innocuo per un adulto?
Perché ciò che è dannoso in infanzia dovrebbe magicamente diventare salutare da adulti?

Il “setaccio del bambino” smaschera le incoerenze e mette a nudo la verità:
se non lo daresti a un bambino, probabilmente non fa bene nemmeno a te.

Il vero buon senso alimentare

Molti nutrienti benefici (come il resveratrolo) si possono ottenere senza assumere sostanze dannose come l’alcool.
Il punto non è vietare tutto, ma sviluppare coerenza, consapevolezza e responsabilità nelle scelte.

Se una sostanza è potenzialmente dannosa, non diventa salutare solo perché siamo adulti.
La salute parte dall’ascolto del proprio corpo, non dal seguire ciecamente opinioni esterne.

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