Adolescenti, 3 strategie per migliorare la relazione con loro

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Le persone che i ragazzi incontrano nel loro cammino sono la loro risorsa principale per crescere e migliorarsi.

Stabilire legami e tessere relazioni con le persone accresce la comprensione reciproca e permette di esprimere le risorse.

Anche quando i legami sono complicati e ci sono ostacoli comunicativi le relazioni sono la principale fonte di confronto e crescita.

Le persone con cui i ragazzi, generalmente, riescono a creare più feeling sono quelle più simili a loro o che sono come vorrebbero essere.

La capacità di stabilire relazioni autentiche e creare rapport con gli adolescenti è fondamentale per riuscire a farci aprire le porte del loro mondo.
Hanno bisogno di relazione vere!

Affiniamo la capacità di entrare nel mondo dei ragazzi, facendogli sentire che li capiamo e che siamo al loro fianco senza giudizio.

Il rispecchiamento

Rispecchiare l’altro è uno dei modi più efficaci per creare rapport (Milton Erickson).

Cosa significa rispecchiamento?

Il rispecchiamento richiede osservazione ed elasticità mentale. Lo si compie, inconsciamente, durante la conversazione.

Ma c’è una ricetta per attivare il rispecchiamento consapevole ed intenzionale, al fine di creare rapport in modo più celere e duraturo.

Più rispecchiamo, più siamo simile all’altro e più miglioriamo la relazione.
Rispecchiando la fisiologia, ossia la modalità di respirazione e portamento, tonalità della voce e gesti dei ragazzi, attiriamo la loro attenzione e creiamo coinvolgimento.

Il rispecchiamento deve essere fatto nella maniera più discreta e naturale possibile con la sola finalità di instaurare una relazione basata sulla fiducia reciproca.

Se agiamo sulla fisiologia, agiamo sull’inconscio e portiamo i ragazzi alla considerazione: “quella persona è come me, non può non essere un tipo come si deve, merita la mia attenzione e fiducia”.

Per poter essere delle guide propositive e stimolanti alleniamo l’elasticità mentale e sviluppiamo la capacità di osservazione e rispecchiamento. Solo così, possiamo condurre i ragazzi, passo dopo passo, verso la nostra mappa della realtà.

L’errore più grande che possiamo fare, come adulti, è credere che i ragazzi dispongano della nostra visione della realtà e che percepiscano le situazioni con i nostri parametri di riferimento che sono il risultato di anni di esperienze sul campo.

Se partiamo dal presupposto che le risposte che otteniamo dai ragazzi, verbali e non verbali, decretano la qualità ed efficacia della nostra comunicazione, comprendiamo se e quando il loro modo di vivere e percepire la realtà è diverso dal nostro.

Impariamo ad adottare flessibilità e capacità di adattamento per accompagnarli a vedere le cose da nuovi punti di vista, senza imporre diktat che sortiscono l’effetto opposto.

Cosa possiamo rispecchiare per migliorare il rapport?

Possiamo rispecchiare interessi e credenze dei ragazzi ricordandoci che nella comunicazione ciò che prevale è la fisiologia ed il linguaggio corporeo, ossia espressioni facciali, gesti, movimenti, ed il tono della voc,e ossia il volume, la tonalità, il timbro della voce più che le parole che diciamo che incidono solo per il 7%.

Gli adulti per diventare abili comunicatori e riuscire a trasferire concetti utili alla crescita devono entrare nel mondo dei ragazzi in punta di piedi imparando ad osservare comprendere, elaborare e restituire pensieri, emozioni, vissuti ed azioni.

Il potere di comprendere gli stati d’animo

Gli stati d’animo sono frutto dell’elaborazione continua delle esperienze passate e presenti, unite a pensieri ed aspettative future.

Gli stati d’animo si realizzano inconsciamente, ossia entriamo ed usciamo in continuazione dentro a stati d’animo più o meno efficaci a seconda degli stimoli esterni che ci colpiscono e delle credenze.

Questo accade, soprattutto se non dedichiamo un tempo alla riflessione, alla presa di consapevolezza di sé e quindi non abbiamo strategie utili a gestire gli stati d’animo destabilizzanti che sono alimentati da pensieri depotenzianti.

Il nostro modo di raffigurarci il mondo così come la nostra fisiologia, ossia cosa mangiamo, come respiriamo, come ci muoviamo, incidono sul nostro stato d’animo.

Quando siamo vibranti e contenti, ci sentiamo vivi e percepiamo il mondo in modo diverso da quando siamo tesi e stanchi.

Mi spiego meglio!

Se ci sentiamo traballare la terra sotto i piedi, se ci sentiamo messi da parte, se la nostra vita personale non funziona proviamo malessere e paura e diventiamo un freno per noi stessi e per gli altri. Corretto?

Pensate quante volte avvengono questi processi nei ragazzi che sono in completa trasformazione e non hanno ancora chiarezza e dominanza su credenze, atteggiamenti, valori, esperienze, ma solo tanta incertezza e confusione per il futuro e voglia di farsi sentire nel presente.

Il loro continuo passare da uno stato d’animo all’altro, in maniera repentina e incontrollata, è frutto del funzionamento del cervello (circuiti della dopamina), degli ormoni, ma anche dell’inesperienza, dell’incapacità di controllo ed elaborazione dei processi mentali ed emozionali e della carenza di strategie funzionali.

Siamo noi adulti che dobbiamo imparare a metterci, sempre più spesso, in stati d’animo produttivi e positivi. Solo così possiamo avere la pazienza di insegnare ai giovani, con l’esempio, come controllare e dirigere le rappresentazioni interne e la fisiologia.

I ragazzi sono delle spugne pronte ad assorbire strategie valide per gestire gli stati d’animo, ma dobbiamo essere un valido modello che merita la loro attenzione.

Il comportamento è influenzato da informazioni che analizziamo, pensieri e stati d’animo che viviamo e decisioni che prendiamo usando i nostri sensi.

Cosa significa?

Che le informazioni esterne vengono filtrare ed elaborate soggettivamente e trasformate in rappresentazione mentali. Questo ci fa comprendere che i parametri con cui filtriamo la realtà non possono essere, per la maggior parte dei casi, gli stessi dei ragazzi sia per le diverse esperienze di vita e credenze sia per i diversi interessi, priorità e bisogni.

Ciò che, come adulti, dobbiamo e possiamo fare è aiutare i ragazzi a diventare consapevoli dei pensieri e rappresentazioni mentali che favoriscono e limitano il loro potenziale e le loro risorse.

Conoscere pensieri e rappresentazione mentali efficaci aiuta a scegliere lo stato d’animo produttivo utile ad ottenere risultati, anche in situazioni inizialmente etichettati come impossibili, superando limiti e paure.

Anche se non sempre otterranno i risultati desiderati, l’acquisizione del giusto atteggiamento e stato d’animo sarà utile per apprendere e stimolare, nel tempo, l’abitudine alla ricerca di soluzioni vincenti.

Più i ragazzi saranno in grado di gestire gli stati d’animo, migliore sarà la modalità relazionale con se stessi e con gli altri e la qualità del rapporto con gli adulti migliorerà.

L’importanza di conoscere i sistemi rappresentativi dei ragazzi

Un’altra strategia utile per adeguarsi alle diverse modalità di apprendimento dei ragazzi e diventare una guida efficace, consiste nel conoscere ed imparare ad utilizzare i diversi sistemi rappresentativi.

I sistemi rappresentativi sono come i numeri di un codice segreto. Ogni ragazzo è unico. Se si conosce il suo sistema rappresentativo si compie un incredibile passo avanti per entrare nel suo mondo.

Le persone usano spesso tutti e tre i sistemi (visivo, uditivo e cinestesico). Una modalità efficace per comunicare con i ragazzi include tutti e tre i sistemi dando più valore, quando necessario, a quello usato con maggior frequenza.
Gli adulti con una buona self leadership sanno maneggiare tutti i sistemi rappresentativi e trasmettono lo stesso messaggio utilizzandoli tutti e tre.

Quali sono le caratteristiche distintive dei tre sistemi rappresentativi e come riconoscerli?

Le peculiarità dei sistemi rappresentativi che si possono incontrare sono:

Ragazzo prevalentemente visivo:

Vede il mondo per immagini.
Modalità comunicativa: tende a parlare in fretta, respiro toracico, tono voce acuto. Si esprime con metafore visive;
Caratteristiche posturali: tensione muscolare a spalle ed addome;
Particolarità: Tendenza ad indicare con il dito;
Colorito: pallido e testa alta;
Respiro: respira a fondo, facendo alzare ed abbassare il torace;
Frasi tipiche: “Io la vedo così” “Non riesco a vedermi mentre agisco”.

Ragazzo prevalentemente uditivo:

Modalità comunicativa: eloquio più lento e misurato, ritmo equilibrato, voce e tono chiaro, respiro regolare e profondo, diaframmatico;
Caratteristiche posturali: buona tensione muscolare. Spalle un po’ curve e collo un po’ piegato da una parte;
Particolarità: spesso incrocia le braccia;
Respiro: regolare, muove diaframma e torace;
Frasi tipiche: “mi suona bene” “lo sento poco in linea con le mie idee” “ti sento perfettamente”

Ragazzo prevalentemente cinestesico:

Modalità comunicativa: parla lentamente, lunghe pause, tono voce basso e profondo;
Caratteristiche muscolari: Rilassamento muscolare. Portamento saldo e spalle diritte;
Particolarità: Palmi mani rivolte all’insù e braccia rilassate;
Colorito: rossore;
Respiro: addominale profondo;
Frasi tipiche: “lo percepisco giusto per me” “non lo riesco ad afferrare” quando le cose appaiono pesanti ed intense potranno dire “sto cercando una risposta ma non sono riuscito a trovarla”.

Gli insegnanti per destare interesse degli studenti e mantenere viva l’attenzione dovrebbero usare, durante la lezione, tutti e 3 i sistemi rappresentativi. Quindi alternare le spiegazioni verbali con immagini, film, suoni, profumi, esperienze tattili e gustative. Più c’è coinvolgimento maggiore sarà la motivazione all’apprendimento.

Per i genitori comprendere il sistema rappresentativo prevalente nei figli aiuta ad inviare messaggi con maggiore facilità ed efficacia.

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